Agorafobia - nadia mazzocchi

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Disturbi > Adulto > Disturbi d'ansia
Agorafobia

L’agorafobia è la paura legata al pensiero di non poter scappare/uscire da una situazione o di non poter ricevere soccorso in caso di sintomi simili al panico o sintomi imbarazzanti o invalidanti. Tali sintomi la persona tende ad interpretarli come perdita del senso di Sé e come perdita di controllo.
Per porre diagnosi di agorafobia secondo il DSM- 5 è necessario che siano soddisfatti differenti criteri tra cui: paura o ansia marcate relative a delle situazioni come l’utilizzo dei trasporti pubblici, permanere in spazi chiusi oppure in spazi aperti, stare tra la folla o in fila oppure stare fuori casa da soli. La persona teme o evita queste situazioni a causa di pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile fuggire oppure che potrebbe essere disponibile soccorso nell’eventualità che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti. Le situazioni agorafobiche vengono quasi sempre evitate oppure vengono affrontate con la presenza di una figura familiare.  La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo posto dalla situazione agorafobica e al contesto socioculturale.
La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
Il decorso risulta essere persistente e cronico.

La psicoterapia

La psicoterapia cognitivo comportamentale è stata considerata dall’Amareican Psychiatric Association e dal National Institute for Health and Care Excellence l’intervento di prima linea.
La prima fase della terapia prevede la definizione del problema, l’individuazione delle credenze e dei comportamenti disfunzionali che alimentano e mantengono il disturbo. Successivamente la terapia prevede la ristrutturazione delle credenze disfunzionali ed in particolare le credenze nucleari della persona agorafobica sul timore di perdere in senso di sé ed il controllo di sé.
Verrà programmata un’esposizione graduale delle situazioni temute per disconfermare le credenze catastrofiche. L’esposizione avrà anche come obiettivo l’incremento del senso di autoefficacia e di padroneggiamento di sé. Verranno effettuate tecniche di grounding per la gestione del senso di indebolimento del sé e dell’ansia.
Si lavorerà sulla prevenzione delle ricadute attraverso il trattamento delle memorie prototipiche responsabili della vulnerabilità al disturbo.
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