Disturbi da panico - nadia mazzocchi

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Disturbi > Adulto > Disturbi d'ansia
Disturbo di Panico

L’attacco di panico è l’improvvisa comparsa di un periodo caratterizzato da episodi di terrore intenso in cui le persone si sentono travolte dall’ansia e dalla paura senza che vi sia un reale pericolo a minacciarli. Gli attacchi di panico possono manifestarsi anche in altri quadri clinici legati all’ansia.

Per porre diagnosi di disturbo di panico secondo il DSM-5 è necessario che siano soddisfatti i seguenti criteri: ricorrenti attacchi di panico inaspettati. Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano alcuni sintomi tra cui: palpitazioni o tachicardia, sudorazione, tremori fini o grandi scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali. Inoltre la persona potrebbe sperimentare sensazione di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento, brividi o vampate di calore, parestesie (sensazioni di formicolio o di intorpidimento), derealizzazione (sensazioni di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccato da sé stesso), paura di perdere il controllo o di “impazzire”, paura di morire.

Almeno uno degli attacchi è seguito da un mese o più, di uno o entrambi dei seguenti sintomi: preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze (per es. perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, “impazzire”), significativa alterazione disadattiva del comportamento correlata agli attacchi (per es. comportamenti pianificati al fine di evitare di avere attacchi di panico, come l’evitamento dell’esercizio fisico oppure di situazioni non familiari.

Il modello di Clark spiega bene il funzionamento dell’attacco di panico. Secondo tale modello uno stimo scatenate (Interno od esterno) attiva una valutazione di minaccia e di conseguenza ansia. L’ansia a sua volta stimola sensazioni somatiche e mentali che producono interpretazioni catastrofiche delle sensazioni esperite. A loro volta tali pensieri incrementano i livelli d’ansia. La persona, per evitare le sensazioni ed i pensieri catastrofici, mette in atto meccanismi di mantenimento ed aggravamento dei sintomi come la fuga, l’evitamento o comportamenti protettivi.

Nel vero e proprio attacco di panico la persona teme che la catastrofe si stia realizzando in quel preciso momento. I timori di base generalmente sono paura di morire, paura di svenire o paura di impazzire. In seguito all’attivazione dei meccanismi di protezione la persona tenderà a non avere più veri e propri attacchi di panico ma ad avere ansia elevata. In quest’ultimo caso c’è il timore che possa ripresentarsi la catastrofe temuta e di conseguenza un vero e proprio attacco di panico. Infatti il disturbo da panico viene spesso nominato “Paura della Paura”. Spesso i veri attacchi di panico sono i primi vissuti perché sono inaspettati ed improvvisi senza una causa attivante consapevole.

La psicoterapia

La psicoterapia cognitivo comportamentale prevede inizialmente la condivisione del modello del disturbo e una psicoeducazione sullo stesso. Successivamente si intraprenderà una ristrutturazione cognitiva delle credenze disfunzionali ed un’accettazione dell’ansia e del rischio di panico. La terapia prevede L’E/RP (esposizione con prevenzione della risposta) cioè l’esposizione prima in immaginazione e poi in vivo delle sensazioni e situazioni temute. Infine si punterà sulla riduzione dei fattori di vulnerabilità e la prevenzione delle ricadute.

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