Psicoterapia - nadia mazzocchi

Cell.: +39 338 219 7521
Mail: info@nadiamazzocchi.it
Pec: nadia.mazzocchi@psypec.it
Indirizzo:
Studio Privato: via Cardarelli, 9 - Viterbo
"Airri Medical": via C. Cattaneo, 46/T - Viterbo
CONTATTI
CONTATTI
+ 39 338 219 7521
info@nadiamazzocchi.it- nadia.mazzocchi@psypec.it
Studio Privato: via Cardarelli, 9 - Viterbo
"Airri Medical": via C. Cattaneo, 46/T - Viterbo

Cell.: +39 338 219 7521
Mail: info@nadiamazzocchi.it
Pec: nadia.mazzocchi@psypec.it
Studio Privato: via Cardarelli, 9 - Viterbo
"Airri Medical": via C. Cattaneo, 46/T - Viterbo
Vai ai contenuti
Servizi Clinici
Psicoterapia cognitivo-comportamentale

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è un percorso che si intraprende – singolarmente, a coppia o in gruppo – con uno specialista per affrontare dei disturbi psicopatologici.

A differenza di altre terapie, si focalizza sul momento presente, concentrandosi sulla risoluzione delle difficoltà che si stanno vivendo.
La psicoterapia in questione si basa sul presupposto che vi sia una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti: per la maggior parte, i problemi emotivi derivano da credenze disfunzionali che persistono nel tempo, nonostante la sofferenza che si può sperimentare o la possibilità di cambiamento delle stesse – per via dei meccanismi di mantenimento.

Questo perché si suppone che non siano gli eventi in sé a creare situazioni di disagio psicologico, emotivo o comportamentale, quanto piuttosto le strutture e le costruzioni cognitive di una persona.
Ciò che fa la psicoterapia cognitivo-comportamentale è intervenire sui pensieri ricorrenti, sulle convinzioni e sugli schemi cognitivi disfunzionali per migliorare la condizione di chi intraprende questo percorso, proponendosi di individuarli per sostituirli e/o integrarli con altri più efficienti.

Per comprendere appieno come opera e i suoi metodi, bisogna prima di tutto contestualizzare la sua nascita e il suo sviluppo.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale e la sua storia
Le radici
La storia della psicoterapia cognitivo-comportamentale come terapia indipendente ha inizio negli anni ’60, con la postulazione dell’assunto secondo cui la rappresentazione mentale di una persona permette di spiegare un disagio psicologico e la sua durata nel tempo.

Aaron Beck e Albert Ellis posarono questa pietra miliare, da cui poi si sviluppò il concetto che le reazioni emotive disfunzionali e le condizioni di disagio sono il prodotto di distorsioni contenutistiche e formali di tipo cognitivo. La patologia, quindi, deriverebbe da pensieri ricorrenti, schemi e processi anomali. In quest’ottica la correlazione tra disturbi emotivi ed eventi esterni cambia, lasciando la connotazione causale e assumendone una personale: si basa sulle convinzioni e sulle esperienze della persona.

Bisogna anche dire che nella psicoterapia cognitivo-comportamentale si può riconoscere l’integrazione di concetti eterogeni provenienti da due approcci differenti, quali il neocomportamentismo e il cognitivismo clinico.

Il neocomportamentismo nasce nei primi anni del XX secolo con l’intento di integrare al processo di analisi psicologica i criteri delle scienze “forti”, quali esattezza e obiettività. Ha come scopo quello di stabilire le associazioni di un soggetto tra le sue risposte e determinati stimoli; lavora dunque su tali associazioni per modificare le reazioni anomale.

Il cognitivismo clinico appare negli anni ’50 ed è strettamente legato al neocomportamentismo per via delle basi scientifiche e dell’intento di incorporare la scienza fisica e lo studio psicologico. Ha come obiettivo l’individuazione di schemi di ragionamento e di interpretazione della realtà ricorrenti e correlati a emozioni negative; prova ad assistere nella loro comprensione per migliorare il benessere e avere un’ottica più realistica.

Oggi
La psicoterapia cognitivo-comportale deriva quindi dalla clinica come metodo di cura, soprattutto per depressione e disturbi d’ansia, e solo in un secondo momento recupera i principi base del neocomportamentismo.
Dunque, “psicoterapia cognitivo-comportamentale” risulta essere un termine ombrello sotto cui trovano dimora un insieme di approcci differenti, che tuttavia sono accomunati dall’enfasi sulle strutture di significato e sui processi di elaborazione dell’informazione.

Oggi la scuola di pensiero più diffusa rimane ancora quella di Beck; e, secondo l’oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l’iss (Istituto Superiore di Sanità), è diventata l’opzione prediletta per i “disturbi d’ansia”.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale e i suoi percorsi
La psicoterapia cognitiva-comportamentale è adatta a ogni fase di vita, ma modifica il proprio approccio per meglio adattarsi all’età della persona che decide di intraprenderla.

Il percorso dei bambini
Il percorso con i bambini ha inizio con il dialogo, dei test e dei questionari rivolti a genitori e a insegnanti, dal momento che tutte le parti della sua vita hanno un ruolo attivo.
Lo scopo è quello di individuare atteggiamenti scorretti e disfunzionali per poter incoraggiare un cambiamento, e dunque un miglioramento.

Le tecniche che si utilizzano per raggiungere tale obiettivo sono il gioco, il disegno e il dialogo; attraverso i quali si insegna al piccolo a osservare i propri pensieri e a riconoscere le proprie emozioni.
Si cerca di creare una correlazione tra aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali e di instaurare un circuito positivo di conoscenza ed espressione del sé, riducendo la sintomatologia e il malessere individuati nella fase iniziale.

Il percorso degli adulti
L’adulto che intraprende questo percorso ha un ruolo attivo; viene infatti incoraggiato a sviluppare le proprie capacità di autosservazione e a prenderne nota, in modo da poterne discutere insieme al professionista.
Si procede così per lavorare sulle tecniche di ristrutturazione cognitiva o comportamentale, con l’intento di integrare e/o sostituire i processi cognitivi disfunzionali e i pensieri ricorrenti. Una volta compresi, l’individuo, con il supporto del terapeuta, sperimenta ciò che apprende nella vita quotidiana per provare la loro efficacia.

La psicoterapia cognitivo-comportamentale si avvale di diversi tipi di tecniche:
  • cognitive: si basano sul colloquio. Attraverso una serie di domande si assiste la persona nell’individuazione delle relazioni tra idee, scelte, azioni e sofferenza emotiva per modificarle, in caso di bisogno;
  • esercizi comportamentali: insegnano nuove strategie per meglio approcciarsi a momenti di disagio e difficoltà;
  • immaginative: favoriscono l’indagine dei propri stati interni per ridurre la paura delle emozioni e di certe esperienze mentali.

Il percorso degli anziani
L’approccio della psicoterapia cognitiva-comportamentale si modifica ancora per essere di miglior supporto all’anziano, tenendo conto dei cambiamenti a cui una persona in questa fase di vita sperimenta – come le variazioni nel funzionamento cognitivo, problemi sensoriali o fisici.

Vi sono infatti dei temi –per esempio la paura dell’ignoto, che spesso non si presenta nei bambini o negli adulti – e dei fattori legati all’età e che possono emergere con maggior frequenza, a cui bisogna adattare la terapia per ottenerne il meglio.
Si promuovono infatti degli strumenti di facile gestione, suggerendo anche la rappresentazione grafica di ciò che si farà insieme, cercando quindi di raggiungere una comprensione totale dei contenuti e di elaborarli semplicemente.

via Cardarelli, 9 - Viterbo P.I. 02393740564  Cell. 338 219 7521
Torna ai contenuti